La Notte dei Filosofi 2020

Settembre 2, 2020 Posted by Eventi 0 thoughts on “La Notte dei Filosofi 2020”

DOMENICA 20 SETTEMBRE MASCHIO ANGIOINO NAPOLI

per la partecipazione è richiesto di compilare un modulo da richiedere all’indirizzo info@filosofiafuorilemura.it

La Notte dei Filosofi porta i sogni, si percorre fra spirali d’immagini che seminano strisce di pensieri. La notte porta consiglio, bisogna saperla ascoltare, come la voce interiore. Sono poi tante le voci come porte di volti che immettono in molte vie. Così la Notte dei Filosofi è un cammino fra immagini, pensieri, discorsi, racconti.

Quest’anno la Notte dei Filosofi è sulla memoria, com’è il tempo vissuto, trascorso e “sentimentato”. Arriva perciò all’amore che vacilla sotto le volte della memoria come storia per ritrovarsi come desiderio e nostalgia della vita. La memoria risuona, non è un archivio di dati, è uno strumento che ricorda e si scorda. Bisogna avere una memoria buona per dimenticare senza smettere di ricordare il presente della vita.

Comincia presto, la Notte si prepara nel giorno. Già dal giorno prima si troverà il cammino delle immagini in esposizione. Sono le fotografie d’arte di Maurizio Esposito, Chiara Arturo, Valentina De Rosa, Fulvio Ambrosio, che indicano la memoria dei luoghi e delle stanze interiori.

Alle 18:00 ciascuno/a prenderà posto nel cortile del Castello dove si terrà l’incontro dedicato agli effetti della pandemia sulla vita delle donne fra lavoro di cura e smart working, in condizioni che hanno rovistato la memoria interiore segnando un passaggio di relazioni di genere tutt’altro che scontato. Ne parleranno con Simona Marino, Antonella Picchio e Linda Laura Sabbadini.

Alle 20:00 ci sarà il dialogo fra Lorenzo Fazio, editore di Chiare Lettere e Giuseppe Ferraro autore del libro “la memoria dell’amore”, che sarà presentato come una stazione del cammino della Notte dei Filosofi.

Alle 21:00 il mito di Atteone, narrato con accompagnamento musicale dell’arpa di Zena Rotundi e del violoncello del maestro Luca Signorini. Lukas Lucariello leggerà le preghiere ad Artemide e Giuseppe Ferraro leggerà dalle metamorfosi di Ovidio e dalle pagine degli “Eroici Furori” di Giordano Bruno. Il mito di Atteone racconta della inviolabilità della nuda vita che fa presto a riprendersi come propria l’esistenza di chi troppo le si avvicina spingendo lo sguardo oltre i pensieri. Una metafora diventa allora una metamorfosi, riti di passaggio racchiusi in quel “meta” che le rimanda l’una all’altra, dalla vita alla morte e dalla morte alla vita, secondo quella bellissima espressione di Hölderlin che diceva come la vita è la morte e la morte è ancora vita. Si può dire così del dolore e dell’amore, perché l’amore è dolore e dolore è ancora amore. Giordano Bruno lo racconta con “furore” interpretando a suo modo il mito.

La memoria dell’amore, che è senza date e senza dati, come un orologio senza lancette che segna l’istante dentro e fuori del tempo, presente e assente, fragile come ogni istante è fra un passato e futuro. È l’atteso, come ciò che si attende, si aspetta e se ne ha cura. Attendere all’amore, attendere alla memoria, è aver cura di questo tempo adesso, dell’istante che aspetta solo da noi di fermarsi nella sua bellezza, come davanti ad ogni Faust che attende a un mondo che custodisca la vita e mai l’offenda. La memoria è la stanza dei sentimenti, è lo strumento in cui risuonano le note dell’esistenza che si accorda con la vita. Bisogna non scordarsi, come accade a ogni strumento che non si accordi al “la” di nota che viene da chi è “là” a chiedere amore. La memoria dell’amore è dimenticare senza scordarsi mai. Non essere ossessionati dal risentimento ma liberare il sentimento, non restare alla rivendicazione e alla vendetta, ma ritornare a quel prima che non è stato e che aspetta da noi di segnare il cammino di un tempo che fin qui non abbiamo avuto. Ritorneremo alla vita di prima? è questa la domanda che si sente ripetere con l’epidemia della peste polmonare di questo tempo. La risposta deve cedere il passo alla responsabilità di un prima che fin qui non è stato. La memoria dell’amore è la stessa del desiderio, è il ricordo di quel che non si è vissuto e che sentiamo dentro come la vita che bussa all’esistenza e lo reclama al mondo. Ognuno è il desiderio di un altro, ed esiste di questo desiderio. Ognuno è significante del desiderio della vita. Che è propria e impropria. Fragile come l’amore è fragile, come ogni istante che attende il bene per fermarsi e restare nella sua bellezza. Bisogna mettere la vita al mondo e dare mondo alla vita è questo il tempo della memoria dell’amore.

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