I Dialoghi dell’Imparare: “imparare a pensare”

Marzo 3, 2014 Posted by Scuole 0 thoughts on “I Dialoghi dell’Imparare: “imparare a pensare””

Gli alunni della classe II E incontrano il prof. Giuseppe Ferraro, sabato 7 febbraio 2009

Cosa è la filosofia? Chi è il filosofo? E’ l’amico del discorso, il discorso che si fa con la propria testa.

Pensare – Sapere – Parlare: è questa la saggezza. Chi pensa sa e parla. Ma questo lo fanno tutti?

Annachiara: tutti parlano e pensano, ma non tutti sono saggi!

Matteo: tutto deve essere collegato, prima devi pensare, poi sapere e poi parlare.

Sara P.: per me è importante riflettere.

Matteo è pensieroso: per me bisogna saper pensare.

Che cosa significa pensare e cosa vuol dire saper pensare?

Annachiara: pensare significa dire le proprie opinioni.

Emanuele: pensare significa dire i propri sentimenti.

Bravi, pensare ad una persona significa avere dei sentimenti per lei.

Sara P: quando siamo tristi pensiamo ai nostri genitori, loro ci danno conforto.

Le persone che non pensano si trovano in difficoltà. Pensare significa essere attento, essere presente. Uno pensa in base a se stesso, alle proprie esigenze. Noi pensiamo alle persone che vogliamo vicine. Pensare significa avere cura; per questo diciamo “pensami!”

Allora: pensare vuol dire essere vicini a se stessi ed essere vicini agli altri. Se uno parla senza considerare chi ha davanti, parla a vuoto, senza sentimento. Pensare è anche desiderare, è stare vicino, avere cura.

Saper pensare significa pensare il bene. Se uno pensa il male non sa pensare.

Il saggio deve pensare al bene e dire cose buone.

La scuola dovrebbe insegnare a pensare, a pensare il bene!

Se siamo soli a pensare noi distorciamo le nostre idee. Infatti per pensare bene bisogna stare bene insieme; se non si sta bene si pensa male dell’altro. Invece quando si sta bene insieme, anche il silenzio è importante.

Il segreto del pensare è non pensare mai al posto dell’altro, altrimenti si corre il rischio di non pensare bene degli altri.

Annachiara: tu poi anche avere un parere buono degli altri.

Ma sbagli quando pensi male, con preconcetti.

Pensare male: pensare al posto dell’altro. Bisogna dare all’altro la possibilità di esprimersi.

Non è detto che tutti riescono a dire quello che pensano.

Il professore invita i ragazzi a disporsi in cerchio, allontanando i banchi.

Ora ci guardiamo meglio. E’ importante stare vicini. Noi stiamo imparando a pensare. Torniamo alla domanda di base: cosa significa pensare?

Significa:

•sapere quello che si pensa

•saper dire quello che si pensa

•essere quello che si pensa

A volte noi ci mettiamo una maschera. Quando uno pensa intensamente non ha bisogno di niente, si rimanda tutto. E’ difficile essere quello che si pensa.

Come si fa a pensare bene?

Silvia: non bisogna credere di sapere ciò che pensa un altro.

Pensare bene allora vuol dire non anticipare il pensiero di un altro. Io non devo credere di sapere.

Annachiara: a volte io non parlo per non fare del male a un’amica.

Pensare bene vuol dire non fare del male. Ci sono cose difficili a dirsi.

Silvia: come si fa a controllare il pensare?

Dobbiamo controllare la spontaneità. Per pensare bene non devo essere precipitoso, ma devo pensare anche il bene.

Matteo: si devono mandare i pensieri verso il lato positivo; non facciamo “scappare” i pensieri.

Come si fa a pensare il bene, facendo anche il bene?

Per pensare il bene mi devo mettere in relazione, devo controllare i pensieri, ma non reprimerli, devo anche fare attenzione a non farmi condizionare.

Claudia: nel caso di Eluana, io devo pensare a ciò che è bene per lei.

Brava, devo mettermi in relazione con lei. Per esempio, se io devo pensare bene di Marco, io mi devo mettere in relazione con lui.

Pensare bene significa stare bene insieme. Con Eluana, io dovrei farla stare bene.

Annachiara: noi siamo tristi a pensarla!

Emanuele: noi stiamo bene insieme perché ci capiamo.

Noi ci apriamo agli altri e per aprirsi bisogna avere fiducia.

Fidarsi: pensare bene di una persona.

Annachiara: fidarsi vuol dire sapere che la persona che hai davanti non ha pregiudizi su di te.

Quando andate a casa dite sempre che non è successo niente; però quando a volte volete raccontare qualcosa i genitori non vi sentono, non vi ascoltano.

Pensare bene allora significa ascoltare!

verbale redatto dalla prof.ssa Patrizia Monetti

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